La prima mossa l’ha fatta la Lega, annunciando la crisi e presentando la mozione di sfiducia in Senato, e ora toccherà alla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama decidere il giorno della votazione. Poi la partita si sposterà al Colle e i partiti, anche di opposizione, torneranno protagonisti.
Ecco le tappe principali da qui alle urne.
– PRIMA LA CAPIGRUPPO, POI IL VOTO SULLA MOZIONE: La Lega ha presentato oggi la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. Il regolamento del Senato non prevede una scadenza per la discussione e il voto: a decidere sarà la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente Elisabetta Casellati lunedì 12 agosto alle 16. Qui, a maggioranza, i gruppi parlamentari dovranno trovare un’intesa su quando andare in Aula. La Lega vorrebbe andare al voto subito ma convocazione dell’Assemblea potrebbe slittare a dopo ferragosto: il 19 al momento sembra la data più probabile.
– DOPO LA SFIDUCIA, CONSULTAZIONI SPRINT: una volta sfiduciato, il premier salirà al Quirinale per rimettere il proprio mandato. A quel punto partiranno le consultazioni del presidente della Repubblica che – al momento – si prevedono veloci.
– POSSIBILE UN MANDATO ESPLORATIVO: il Capo dello Stato potrebbe decidere di affidare un mandato esplorativo, anche al presidente del Senato, per verificare la possibilità di dare vita a un governo diverso da quello giallo-verde.
– CAMERE SCIOLTE, ARRIVANO LE URNE: le Camere vengono sciolte da un decreto del Presidente della Repubblica, che poi firma il decreto con cui il presidente del Consiglio indice le elezioni in un arco di tempo compreso tra i 45 e i 70 giorni. In genere ne servono 60, a causa delle pratiche per il voto all’estero.
– GOVERNO PER GLI AFFARI CORRENTI: In assenza di un altro Esecutivo, anche solo che traghetti il Paese al voto, resta in carico il Governo Conte dimissionario. Dalle opposizioni c’è chi fa notare l’inopportunità del doppio ruolo di Matteo Salvini che sarebbe al contempo candidato premier e titolare del Viminale da dove si gestiscono le operazioni di voto.
– ELEZIONI IN AUTUNNO: la data del voto anticipato dipenderà dunque dal timing della crisi. Potrebbero essere a ottobre: con il passare delle ore il giorno cerchiato di rosso è sempre di più il 27.
– NUOVO GOVERNO A NOVEMBRE: Chiuse le urne, ci vorrà qualche settimana prima che si formi un nuovo Esecutivo e che entrino in funzione a pieno regime di nuovo le Camere. Se tutto filasse liscio il nuovo governo potrebbe nascere a metà novembre e a quel punto dovrebbe ingaggiare una corsa contro il tempo per varare la manovra ed evitare l’esercizio provvisorio.